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Vorrei raccontare a tutti i visitatori di questo sito come grandi e piccoli del paese di Dardago sono riusciti anche quest’anno scherzando ma anche lavorando a fare lo splendido panevin. Il mitico gruppo, oramai da alcuni anni collaudato,  si è ritrovato la mattina del 4 gennaio 2006, in via Rivetta presso un prato dei fratelli Vettor ‘cariola’. Prato, nel quale si sarebbe in seguito costruito il panevin e dal quale si sarebbe partiti in varie direzioni della campagna e dei boschi limitrofi al paese, per raccogliere ramaglie, rovi e quant’altro atto ad essere poi bruciato nel panevin.  Un grosso aiuto lo hanno dato i mezzi meccanici ( trattori) di Marco Bocus frith e di Roberto Zambon luthol ma soprattutto la manodopera dei ragazzi e degli adulti. Il gruppo si è diviso in due, io ero con: Matteo Bocus frith, Marco Bocus frith, Flavio Zambon tarabin modola, Massimo Zardo, Alberto Lorenzini e Bruno Zambon pinal. Io ero la “fotografa”, Matteo guidava il trattore e gli altri caricavano le ramaglie. Fatto un bel carico, eravamo sulla via  del ritorno per  scaricarlo quando il rimorchio trattore, a causa di un avvallamento ( una busa) sulla strada che conduce al guado sull’Artugna, nei pressi di Gigi Basso ebbe un forte sobbalzo, tanto che circa metà del carico finì lateralmente in una siepe, ma il tragico fu che si trascinò con sè anche Marco frith che era sopra il rimorchio per fortuna non si fece alcunchè (subito gli chiesi se mi poteva fare un replay perché non ero riuscita a fargli una foto) tutti erano un po’ arrabbiati per il carico perso ma anche divertiti per quello che era accaduto. L’altro gruppo aveva raccolto altre ramaglie. Ritrovati in via Rivetta dove si sarebbe fatto il panevin, dopo aver fatto il punto della situazione da Gigi Basso soprannominato da tutti “il capo”; tutti stanchi, affamati e assetati ci siamo messi a mangiare pane- salame- formaggio e a bere un bel bicchiere di vino gli adulti ed aranciata i giovani. Alla fine ci siamo dati appuntamento la mattina del giorno dopo. Il 5 gennaio 2006 ci siamo ritrovati, come il giorno prima abbiamo fatto due gruppi e siamo partiti per andare a prendere altre ramaglie questa volta però abbiamo fatto meno fatica del giorno precedente, perché invece che caricare le ramaglie ed i rovi con le forche avevamo  un trattore con un’apposita benna  dentata, tornati col carico nel luogo di ritrovo, c’era già Massimo Michelin da Castello con un trattore adatto che nell’azienda del padre usa per caricare balle di fieno, che stava costruendo il panevin tutti eravamo lì entusiasti a vedere la ‘nascita’ del panevin del  2006. Intanto Massimo Zardo e i ragazzi erano andati a tagliare un albero, tutto avvolto dall’edera, per metterlo sulla sommità al panevin, una volta portato  sul posto, Massimo da Castello, col suo forte mezzo, lo mise, come ornamento finale, sulla cima del panevin. Come ogni anno tutti ci siamo riuniti davanti al panevin per le foto ricordo. Ci siamo dati appuntamento il pomeriggio per i ritocchi finali quali: la pulizia del prato, la sistemazione dei tavoli per le vivande e  dei fari per illuminare il luogo alla sera. Nel pomeriggio qualcuno del gruppo non è potuto venire a finire il panevin, ma c’erano abbastanza ragazzi e adulti per rifinirlo; Gigi Basso e Marco Lachin stort, sono saliti sul panevin per sistemarlo mentre gli altri pulivano i rami e le foglie rimaste intorno. Poi si prepararono i tavoli e le luci, venne scattata la foto finale con il panevin finalmente terminato. L’ultimo appuntamento era per le 20.00 della sera stessa per l’accensione.  Non erano ancora le 20.00 e già della gente stava arrivando, Don Adel verso le otto ed un quarto arrivò per dare la solenne benedizione al falò, decise di aspettare qualche minuto prima di benedire il panevin perché molta gente stava arrivando. Data la benedizione,  si diede il via all’accensione del panevin, che solo dopo vari tentativi finalmente sprigionò delle vivide ed alte fiamme, numerose signore, aiutate anche da Piero Janna de theco, hanno intonato le tradizionali litanie dei Santi , il tutto, fuoco, canto ed il buio della notte creavano un atmosfera molto suggestiva.  La popolazione di Dardago ed anche dei paesi limitrofi anche quest’anno è accorsa numerosa, ed ha potuto rifocillarsi  con le prelibatezze che venivano offerte fra cui un ottimo vin brulè preparato da Bruno Zambon pinal. Per la cronaca, stando a quanto dicevano gli anziani, osservando la direzione del fumo del panevin, quest’anno dovrebbe essere un anno molto favorevole in tutti i campi , speriamo che ciò sia vero! Alla fine di questa mia cronaca,  io e tutto il gruppo del panevin  ci sentiamo in dovere di ringraziare tutte le persone che sono intervenute all’accensione siano esse di Dardago e non. Un po’ mi è dispiaciuto che sia finito tutto, perché siamo stati un gruppo affiatato ed unito che quando c’era bisogno scherzava ma che anche discuteva e ragionava  per la miglior riuscita del panevin, comunque di una cosa sono certa che anche l’anno prossimo, giovani e non saremo pronti per fare un Panevin  ancora più grande e più bello.
    Zambon Francesca Romana
       
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